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La Mummificazione, rinascere nell’Aldilà

Ultimo Aggiornamento: 13/01/2015 17:04
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Città: MONTEVARCHI
Età: 65
Sesso: Maschile
13/01/2015 17:04

Mummificazione In Egitto

Gli Egizi non furono i primi a utilizzare la mummificazioni dei corpi,  i primi furono le tribù Chinchorro, del deserto di Atacama in Cile circa 7000 anni fa. Le prime testimonianze di mummificazione nella valle del Nilo risalgono al 4000 a.C. Sono state realizzate nel periodo Predinastico e sono localizzate a Hierankopolis, uno dei principali centri dell’epoca.

Questi tentativi di conservazione dei corpi consistevano nel collocare manciate di lino imbevuto di resina in parti specifiche del corpo per riempirlo, prima di coprirlo con bende e poi avvoggerlo completamente in una stuoia. L’ esempio più chiaro di questa procedura venne trovato in una mummia soprannominata dai suoi scopritori “Paddy” che presentava questa proto-mummificazione nelle mani, negli avambracci, alla base del cranio, nel collo, nella fronte e nella mascella, mentre occhi, naso, bocca e viso venivano lasciati senza riempimento, coperti solo da un paio di stuoie.

Hierankopolis

Hierankopolis

Nella città di Hierankompolis venne trovato un uomo (tomba B412) che presentava le dita di una mano fasciate singolarmente. Questi nuovi ritrovamenti hanno modificato grandemente le teorie circa l’origine della mummificazione. In precedenza si pensava che questa tecnica servisse per conservare i corpi, per poterli essere sepolti in bare, a differenza di quando si inumava semplicemente nella sabbia del deserto, che mummificava naturalmente i corpi.

Oggi è chiaro che la mummificazione ebbe inizio in Egitto per motivi ideologici anche se ancora non comprendiamo il loro significato. Dopo queste prove di mummificazione abbiamo delle lacune documentative, che continuano fino all’epoca tinita, i cui faraoni venivano imbalsamati, come dimostra il braccio trovato nella tomba di Djer. Nell’Antico regno, la consuetudine si diffuse nella classe superiore della società. Ma con una tecnica diversa da quella che sarebbe divenuta abituale poi.

Wadi El-Natrun

Wadi El-Natrun

I corpi potevano essere essiccati con natron, ma non venivano levati i visceri, bensì si cercava di trasformarli come una statua del defunto. Si bendava il corpo e poi lo si impregnava di resina, premendo la tela contro il corpo per modellarlo con precisione, tanto che ci sono delle mummie in cui si può vedere che l’uomo era circonciso. In altri casi veniva utilizzato il gesso, che dava al cadavere un aspetto ancora più da statua, contribuiva ancora di più a questo aspetto il fatto che il gesso veniva, dopo essersi essiccato dipinto.

Con questa tecnica non si conservavano i corpi, ma le ossa, perchè all’interno del guscio di gesso la carne si decomponeva. Per questo motivo si cominciò a sperimentare l’eviscerazione, così che, rimuovendo gli organi interni, la putrefazione era più difficile. Come al solito per primi a essere mummificati con questa tecnica furono i membri della famiglia reale, per la prima volta appaiono i vasi canopi nella tomba della regina Hetepheres. Nel Medio Regno  oltre all’essicazione con natron vennero utilizzate altre tecniche. Una di queste consisteva l’introduzione di sostanze essiccanti nell’ano, come le regine sepolte a Deir El-Bahari nel complesso funerario di Mentuhotep II. A due regine sepolte nella piramide di Amenemhat III della XII dinastia a Dahshur furoni estratti il cervello fratturando loro il naso.

Vasi canopi provenienti dalla tomba di Nsikhonsou, moglie di Pinedjem II

Vasi canopi provenienti dalla tomba di Nsikhonsou, moglie di Pinedjem II

Le persone che non disponevano di risorse economiche sufficienti venivano ancora sepolte nella sabbia. Quelli che possedevano risosrse sufficienti ma non abbastanza per potersi pagare il natron, venivano sepolti nella sabbia per assorbire i fluidi della decomposizione e successivamente venivano estratti e bendati. La mummificazione rimase invariata per molti secoli. Fino al Nuovo Regno la mummificazione non aveva le tecniche definitive. La mummificazione può essere divisa in quattordici fasi.

La prima fase consiste di spostare il corpo in una struttura temporanea chiamata seh-necher , che significa “cabina divina”, quando il defunto era un sovrano e ibu en ab, o “tenda di purificazione”, quando era un cittadino comune. In questa tenda il defunto veniva spogliato e lavato. Il processo doveva avvenire celermente a causa dell’alte temperature che innescavano velocemente il processo di decomposizione.

La seconda fase era il trasferimento del corpo, pulito e preparato, fino al luogo della vera imbalsamazione , chiamato wabt wat o per nefer, luogo puro . Dopo aver posizionato il corpo su di un tavolo, si svolgeva la terza fase, che consisteva nel rompere l’osso etmoide del naso, inserire un gancio, spappolare il cervello e poi girare la testa in modo che il liquido uscisse dalla testa.

Bendatura

Bendatura

Nella quarta fase veniva svuotato il corpo dai propri organi interno con un’ incisione diagonale sul lato sinistro dell’addome. Poi l’operatore inseriva il braccio  per togliere gli organi interni: intestino, stomaco e fegato. tagliava poi il diaframma con un coltello ed estraeva entrambi i polmoni, faceva molta attenzione a non estrarre il cuore, che era considerato la sede delle emozioni  e dove rimanere al suo posto. La sesta fase riguardavava gli organi estratti, che venivano tratti come piccole mummie, venivano essiccati con il natron e poi bendati e immessi nei vasi canopi.

Attraverso l’inserimento di mirra, resina e piccoli pacchetti di natron e lino, la settima fase consisteva nel togliere l’umidità dal corpo senza irrigidirlo. Nell’ottava fase il corpo veniva coperto di natron per quaranta giorni; per ottenere questo erano necessari 300 chili di natron. il natron è un sale naturale costituito da carbonato di sodio in massima percentuale, bicarbonato di sodio e cloruro di sodio. Aveva questo nome perchè si trova in Egitto nel Wadi El-Natrun e a El-Kab.

La nona fase era di verificare che il corpo fosse diventato una mummia. A questo punto venina estratto dal natron e tolto il riempimento interno, che veniva sepolto nelle vicinanze della tomba. Con la decima fase si restituiva al corpo un aspetto più naturale possibile, visto che aveva perso la metà del suo peso con l’essiccazione. L’interno del corpo veniva riempito di sacchetti di natron, sabbia e cipolle, che davano un buon odore. Poi veniva suturata l’incisione laterale.

Con l‘undicesima fase la mummia era quasi pronta, venivano chiusi gli orifizi della testa, negli occhi venivano posizionati dei panni con occhi disegnati. Veniva abbellito il corpo con disegni e venivano dipinte le unghie con l’hennè. Per l’importanza dell’energia sessuale maschile nell’Aldilà per rinascere, gli organi genitali maschili venivano bendati e incollati alla coscia per nasconderli ai ladri.

Mummia di Hatshepsut

Mummia di Hatshepsut

Il trucco proseguiva nella dodicesiva fase, in cui la pelle acquisiva un colore gradevole e profumato. La fase successiva, la tredicesima si occupava di impermeabilizzare il corpo spruzzandolo interamente di resina liquida. La quattordicesima fase terminava di convertire il corpo già essiccato del defunto per assumere l’aspetto della nota mummia egizia con il bendaggio. Venivano utilizzate bende, tra i 4 e i 6 cm di larghezza, che venivano posizionate a partire dal capo per poi scendere lungo il tronco, prima una gamba e poi l’altra, e il tutto termivana con le braccia che venivano essiccate nella posizione corretta.

A partire dal Nuovo Regno nelle stoffe funerarie o anche nelle bende potevano esserci delle scritte tratte dal Libro dei morti. Durante la fase del  bendaggio venivano lasciati sul corpo degli amuleti con varie funzioni, il più importante era lo scarabeo del cuore con una iscrizione che intendeva impedire durante il giudizio di Osiride che il il cuore mettesse in cattiva luce il defunto impedendogli di rinascere nell’Aldilà.



Gli Egizi non furono i primi a utilizzare la mummificazioni dei corpi,  i primi furono le tribù Chinchorro, del deserto di Atacama in Cile circa 7000 anni fa. Le prime testimonianze di mummificazione nella valle del Nilo risalgono al 4000 a.C. Sono state realizzate nel periodo Predinastico e sono localizzate a Hierankopolis, uno dei principali centri dell’epoca.

Questi tentativi di conservazione dei corpi consistevano nel collocare manciate di lino imbevuto di resina in parti specifiche del corpo per riempirlo, prima di coprirlo con bende e poi avvoggerlo completamente in una stuoia. L’ esempio più chiaro di questa procedura venne trovato in una mummia soprannominata dai suoi scopritori “Paddy” che presentava questa proto-mummificazione nelle mani, negli avambracci, alla base del cranio, nel collo, nella fronte e nella mascella, mentre occhi, naso, bocca e viso venivano lasciati senza riempimento, coperti solo da un paio di stuoie.

Hierankopolis

Hierankopolis

Nella città di Hierankompolis venne trovato un uomo (tomba B412) che presentava le dita di una mano fasciate singolarmente. Questi nuovi ritrovamenti hanno modificato grandemente le teorie circa l’origine della mummificazione. In precedenza si pensava che questa tecnica servisse per conservare i corpi, per poterli essere sepolti in bare, a differenza di quando si inumava semplicemente nella sabbia del deserto, che mummificava naturalmente i corpi.

Oggi è chiaro che la mummificazione ebbe inizio in Egitto per motivi ideologici anche se ancora non comprendiamo il loro significato. Dopo queste prove di mummificazione abbiamo delle lacune documentative, che continuano fino all’epoca tinita, i cui faraoni venivano imbalsamati, come dimostra il braccio trovato nella tomba di Djer. Nell’Antico regno, la consuetudine si diffuse nella classe superiore della società. Ma con una tecnica diversa da quella che sarebbe divenuta abituale poi.

Wadi El-Natrun

Wadi El-Natrun

I corpi potevano essere essiccati con natron, ma non venivano levati i visceri, bensì si cercava di trasformarli come una statua del defunto. Si bendava il corpo e poi lo si impregnava di resina, premendo la tela contro il corpo per modellarlo con precisione, tanto che ci sono delle mummie in cui si può vedere che l’uomo era circonciso. In altri casi veniva utilizzato il gesso, che dava al cadavere un aspetto ancora più da statua, contribuiva ancora di più a questo aspetto il fatto che il gesso veniva, dopo essersi essiccato dipinto.

Con questa tecnica non si conservavano i corpi, ma le ossa, perchè all’interno del guscio di gesso la carne si decomponeva. Per questo motivo si cominciò a sperimentare l’eviscerazione, così che, rimuovendo gli organi interni, la putrefazione era più difficile. Come al solito per primi a essere mummificati con questa tecnica furono i membri della famiglia reale, per la prima volta appaiono i vasi canopi nella tomba della regina Hetepheres. Nel Medio Regno  oltre all’essicazione con natron vennero utilizzate altre tecniche. Una di queste consisteva l’introduzione di sostanze essiccanti nell’ano, come le regine sepolte a Deir El-Bahari nel complesso funerario di Mentuhotep II. A due regine sepolte nella piramide di Amenemhat III della XII dinastia a Dahshur furoni estratti il cervello fratturando loro il naso.

Vasi canopi provenienti dalla tomba di Nsikhonsou, moglie di Pinedjem II

Vasi canopi provenienti dalla tomba di Nsikhonsou, moglie di Pinedjem II

Le persone che non disponevano di risorse economiche sufficienti venivano ancora sepolte nella sabbia. Quelli che possedevano risosrse sufficienti ma non abbastanza per potersi pagare il natron, venivano sepolti nella sabbia per assorbire i fluidi della decomposizione e successivamente venivano estratti e bendati. La mummificazione rimase invariata per molti secoli. Fino al Nuovo Regno la mummificazione non aveva le tecniche definitive. La mummificazione può essere divisa in quattordici fasi.

La prima fase consiste di spostare il corpo in una struttura temporanea chiamata seh-necher , che significa “cabina divina”, quando il defunto era un sovrano e ibu en ab, o “tenda di purificazione”, quando era un cittadino comune. In questa tenda il defunto veniva spogliato e lavato. Il processo doveva avvenire celermente a causa dell’alte temperature che innescavano velocemente il processo di decomposizione.

La seconda fase era il trasferimento del corpo, pulito e preparato, fino al luogo della vera imbalsamazione , chiamato wabt wat o per nefer, luogo puro . Dopo aver posizionato il corpo su di un tavolo, si svolgeva la terza fase, che consisteva nel rompere l’osso etmoide del naso, inserire un gancio, spappolare il cervello e poi girare la testa in modo che il liquido uscisse dalla testa.

Bendatura

Bendatura

Nella quarta fase veniva svuotato il corpo dai propri organi interno con un’ incisione diagonale sul lato sinistro dell’addome. Poi l’operatore inseriva il braccio  per togliere gli organi interni: intestino, stomaco e fegato. tagliava poi il diaframma con un coltello ed estraeva entrambi i polmoni, faceva molta attenzione a non estrarre il cuore, che era considerato la sede delle emozioni  e dove rimanere al suo posto. La sesta fase riguardavava gli organi estratti, che venivano tratti come piccole mummie, venivano essiccati con il natron e poi bendati e immessi nei vasi canopi.

Attraverso l’inserimento di mirra, resina e piccoli pacchetti di natron e lino, la settima fase consisteva nel togliere l’umidità dal corpo senza irrigidirlo. Nell’ottava fase il corpo veniva coperto di natron per quaranta giorni; per ottenere questo erano necessari 300 chili di natron. il natron è un sale naturale costituito da carbonato di sodio in massima percentuale, bicarbonato di sodio e cloruro di sodio. Aveva questo nome perchè si trova in Egitto nel Wadi El-Natrun e a El-Kab.

La nona fase era di verificare che il corpo fosse diventato una mummia. A questo punto venina estratto dal natron e tolto il riempimento interno, che veniva sepolto nelle vicinanze della tomba. Con la decima fase si restituiva al corpo un aspetto più naturale possibile, visto che aveva perso la metà del suo peso con l’essiccazione. L’interno del corpo veniva riempito di sacchetti di natron, sabbia e cipolle, che davano un buon odore. Poi veniva suturata l’incisione laterale.

Con l‘undicesima fase la mummia era quasi pronta, venivano chiusi gli orifizi della testa, negli occhi venivano posizionati dei panni con occhi disegnati. Veniva abbellito il corpo con disegni e venivano dipinte le unghie con l’hennè. Per l’importanza dell’energia sessuale maschile nell’Aldilà per rinascere, gli organi genitali maschili venivano bendati e incollati alla coscia per nasconderli ai ladri.

Mummia di Hatshepsut

Mummia di Hatshepsut

Il trucco proseguiva nella dodicesiva fase, in cui la pelle acquisiva un colore gradevole e profumato. La fase successiva, la tredicesima si occupava di impermeabilizzare il corpo spruzzandolo interamente di resina liquida. La quattordicesima fase terminava di convertire il corpo già essiccato del defunto per assumere l’aspetto della nota mummia egizia con il bendaggio. Venivano utilizzate bende, tra i 4 e i 6 cm di larghezza, che venivano posizionate a partire dal capo per poi scendere lungo il tronco, prima una gamba e poi l’altra, e il tutto termivana con le braccia che venivano essiccate nella posizione corretta.

A partire dal Nuovo Regno nelle stoffe funerarie o anche nelle bende potevano esserci delle scritte tratte dal Libro dei morti. Durante la fase del  bendaggio venivano lasciati sul corpo degli amuleti con varie funzioni, il più importante era lo scarabeo del cuore con una iscrizione che intendeva impedire durante il giudizio di Osiride che il il cuore mettesse in cattiva luce il defunto impedendogli di rinascere nell’Aldilà.


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